...La parte più bella e interessante di quanto avvenuto in questo bel pomeriggio di quasi primavera però non sta negli esercizi fatti. Il cuore pulsante dell’attività è stato il crescente livello di impegno messo dai ragazzi e dalle ragazze nell’affrontare con responsabilità le sfide proposte, riuscendo a scegliere con consapevolezza quando buttarsi e provare e quando rinunciare perché troppo spaventate dalla prova.
Ci sono diversi partecipanti che sono saliti sul muro dei 2 m e poi hanno scelto scendere, provando l’ebbrezza di ammettere che non riuscivano a farcela e hanno soprattutto sperimentato l’accoglienza del gruppo che invece di giudicare si è stretto a loro in modo protettivo.
Come spesso accade è proprio chi non ce la fa, o perlomeno non ce la fa al primo tentativo ad apprendere di più in giornate esperienziali. Qualcuno poi vedendo alcuni partecipanti riuscire nella prova ha trovato una risorsa nuova da cui attingere forza. E così navigando le paure, più d’uno ha riprovato la salita e la sensazione di vertigine e ha scelto di affidarsi e di cadere all’indietro, scoprendo che a volte avere fiducia negli altri è bello e tira fuori davvero nuove risorse che non sapevamo di avere dentro.
“Ho avuto paura, ma l’ho sconfitta grazie allo stare insieme” è stata una delle espressioni più belle che ancora riecheggiano nella nostra testa. Questa frase dà senso al lavoro che facciamo tutti i giorni per permettere alle persone che partecipano di avere pazienza, di mantenere l’attenzione, il focus sullo stare nel qui e ora.
Per pochi istanti, anche chi aveva fino a pochi minuti prima detto o almeno pensato “Quando finisce questa attività?” si è trovato connesso con qualcosa di più grande dell’io. Il gruppo interconnesso è riuscito a farli stare nel qui e ora.
Sconfiggere il senso di noia, per quanto sembri difficile alla loro età, è possibile e può permettere a ciascuno di trovare dentro di sé i talenti. Anche se magari a prima vista non sembra, perché spesso fanno di tutto per sembrare distaccati da qualunque cosa accada, hanno potenzialità enormi.
A volte, attraverso queste attività esperienziali, riescono a tirarle fuori. Solo che si scottano, perché non sanno gestirle e così scappano verso una nuova attività per evitare di ascoltare il dolore, la paura, la rabbia che quell’imprevisto può provocare.
Questo è il ruolo dell’educatore, e-ducare, “portare fuori”, queste potenzialità, facendo loro scoprire il piacere di utilizzarle, coltivarle, estirpando l’erba gramigna, ossia tutto quello che distrae e soprattutto l’incapacità di stare nel qui e ora.
Cosa accade quando ci riusciamo? Succede qualcosa di incredibile. Infatti, vogliamo chiudere la cronistoria di questa giornata sui talenti, condividendo un momento di quelli che tolgono il fiato. Di quelli che possono cambiare il colore di una giornata.
Uno di quei momenti di intimità, di presenza, di consapevolezza che difficilmente si pensa possano avvenire all’interno di un gruppo di adolescenti.
Il gruppo aveva appena terminato la prova della rotazione a 360 gradi facendo leva sulle mani. L’esercizio era stato possibile anche grazie alle solide mani di uno dei tre parkourristi che sosteneva il movimento appoggiando le mani sulla schiena e guidando con sicurezza il movimento.
Nel momento del giro di feedback finale, alla domanda posta dall’educatrice “Cosa avete provato durante la prova?” Una bambina, la più piccina del gruppo, ha risposto con commozione: “Finalmente qualcuno mi ha preso in braccio”.
Dentro di noi si sono formate delle onde, forse erano le lacrimi di chi nella vita avrebbe sempre voluto qualche abbraccio in più di quelli che ha ricevuto. Ma sentire la dolcezza con cui questa bambina ha vissuto quel tocco sicuro ci ha fatto comprendere quanto sia importante per lo sviluppo dei ragazzi e delle ragazze che chi gli sta vicino abbia il coraggio e la gioia di abbracciarli e di farli sentire custoditi.
Stare nel qui e ora è figlio di quegli abbracci che danno sicurezza e custodiscono il potere del momento presente. Un dono che possiamo donare a chi abbiamo accanto, non a caso si chiama presente.
Non dimenticate mai di abbracciare chi avete vicino. Un gesto semplice che genera fiducia, fa bene a entrambi e ha effetti di lungo periodo e non ha controindicazioni.